Pellegrinaggio esistenziale

Era un quindici gennaio, era il quindici gennaio 1890 quando Charles de Foucauld oltrepassa la soglia della clausura. Il desiderio di “vivere solo per Dio” gli brucia il cuore, gli riscalda l’esistenza tanto da fargli lasciare ciò che aveva di più caro al mondo, la sua famiglia… questo passaggio che sembrava sancire un punto di non ritorno è solo l’inizio di un pellegrinaggio verso la fraternità universale.

“Quando entrai nella trappa pensavo di conoscere il mondo: ero rimasto orfano da bambino; avevo trascorso notti in completa solitudine nell’incommensurabile deserto sahariano; avevo ingannato i miei superiori francesi spacciandomi per un mendicante e gli arabi con un grossolano travestimento da ebreo. Pensavo di conoscere il mondo perché avevo scritto un libro, perché avevo dilapidato una fortuna e perso una guerra, provando il gusto della sconfitta; perché ero stato il peggiore della mia leva in caserma. Pensavo di conoscere il mondo, infine, perché avevo lasciato una donna e mi ero offerto a Dio.

Ma una volta entrato nella trappa a trentadue anni appena compiuti, io, a dire il vero, non sapevo niente del mondo. Sì, conoscevo quanto ho elencato, ma ignoravo che tutto ciò potesse essere banale e passeggero. Si sa cos’è il mondo solo quando si capisce che è effimero. Così, dunque, l’ho conosciuto maggiormente nascosto nel riserbo della mia cella, dove ho vissuto un processo interiore di tremenda intensità.

“Vivrò qui per sempre” mi dissi appena arrivato “questa è la mia dimora definitiva”, pensai; ma mi sbagliavo. Una meta -qualsiasi- non è altro se non il primo tratto di un nuovo pellegrinaggio. Peregrinare! Ho passato la vita intera a camminare quando, dai ventinove anni in poi, avrei voluto starmene tranquillo”.

P. D’ORS, L’oblio di sé, Vita e Pensiero, 2016, p. 152

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