È paradossalmente divino …
più scendi e più l’orizzonte
sembra allargarsi.

La piccolezza è per noi condizione unica per gustare nella nostra finitudine l’infinita tenerezza di Dio. Anche noi, come tutti, riconoscendoci piccole e fragili siamo bisognose di aiuto, affetto e perdono.

“Piccole”, viviamo con coloro che sono messi ai margini: gli immigrati, i lavoratori precari, gli stagionali, chi abita le periferie, i lunaparchisti, i Rom… Fra loro e con loro viviamo la nostra vita “per Dio”. “Piccole”, impariamo a guardare la storia, il mondo e le sue sfide dalla prospettiva di chi vive nella precarietà, nell’emarginazione sociale o culturale.

Abbiamo così la gioia e il privilegio di rintracciare bellezza e grandezza lì dove si immaginano solo degrado e miseria. Farsi piccole è metterci all’ascolto dell’altro, comprenderne il linguaggio, il modo di vivere, i suoi valori. Farsi piccole è camminare accanto il più possibile libere da giudizi e moralismi. Solo se “piccole”, infatti, possiamo sperare di essere accolte come sorelle.