Chiusi – Piccole Sorelle di Gesù

La bellezza dei paesaggi toscani accoglie la nostra fraternità dagli anni ‘90. Siamo approdate in questa terra spinte dal desiderio di farci vicine ai lavoratori stagionali e di essere una presenza di Chiesa in un contesto di crescente scristianizzazione.

Da diversi anni, a causa dell’avanzare dell’età ci siamo trasferite a Chiusi città in una casa più grande messaci a disposizione dalla Diocesi, dove anche sorelle anziane o con problemi di salute possono vivere e trovare il loro posto. Qui possiamo anche accogliere sorelle che vengono per dei tempi di preghiera o che hanno bisogno di riprendere forze e riposarsi in un ambiente più sano e tranquillo.

Da Natale 2021 la nostra comunità si è completamente rinnovata: ora siamo qui in 5, tutte italiane, ma quasi tutte con molti anni vissuti in altri Paesi.

Quando siamo arrivate, dopo che la fraternità era rimasta chiusa per vari mesi, i vicini ci hanno accolto con calore. Un amico ci ha detto: “Quello che vi chiediamo, è di essere una presenza di ascolto e di preghiera, e di aiutarci a umanizzare le relazioni.” Ci ha tracciato un bel programma… che cerchiamo di realizzare!

Due di noi lavorano fuori, una in un’impresa di pulizie e l’altra in lavori stagionali (vendemmia, frantoio, albergo…): questo ci permette di guadagnarci la vita e di essere presenti in questo mondo del lavoro, gomito a gomito con altri colleghi nella fatica quotidiana.

Abbiamo anche un giardino e un piccolo orto, che ci fa sentire parte di questo ambiente, e che coltiviamo con l’aiuto prezioso e i buoni consigli dei vicini.

Ognuna di noi ha trovato uno spazio per poter donarsi: presenza alla casa di riposo per persone anziane, l’orto, la cura della casa e le visite alle vicine, soprattutto quelle anziane e sole. Molti contatti avvengono sulla strada, ma c’è anche chi viene a trovarci e ama passare un po’ di tempo in fraternità.

La preghiera, sia essa personale o comunitaria, rimane la roccia, il perno delle nostre giornate: è lì che portiamo al Signore chi ci circonda e questo mondo che Egli ama.

Prepararsi a l’a-Dio ps Maria Giancarla

Sono anziana e un po’ malmessa, acciacchi e doloretti segnano il mio quotidiano… Sin dal mio arrivo qui, ho cominciato a passeggiare per evitare che le mie articolazioni si arrugginissero. Con il tempo, il parco comunale è diventato un buon antidoto alla tristezza che ogni tanto fa capolino. I sorrisi dei bambini, gli sguardi complici dei nonni, la tenera fermezza delle mamme: che regalo essere testimone della vita. Poi
due volte a settimana vado nella casa di riposo comunale (è lì che sogno di finire i miei giorni) per ritrovarmi con altre donnine come me… insieme preghiamo e poi ci raccontiamo le piccole cose del quotidiano, succede pure che fra il presente, i ricordi passati prendano il sopravvento e allora sono lì ad ascoltare tanta vita e a raccontare anche del mio, in questi dialoghi mi accorgo allora di quanta gratitudine attraversi le storie di queste donne semplici come me. E mentre me ne ritorno in fraternità ciò che in me sembrava sopito riemerge con una forza insolita. La scintilla di speranza, che spesso giace lì sola soletta, riprende vigore e diventa capace di accendere tutti gli stoppini del cuore. Mi ritrovo allora colma di riconoscenza per il mio sguardo finalmente sgombro da amarezze, perché nonostante i miei ottant’anni suonati mi scopro capace di relazioni nuove. Se non posso più abitare le tanto amate dune nigerine o cucire sul ciglio di una strada in Burkina… posso vivere intensamente gli anni che mi restano. Gustare ancora la vita, la bontà, il bene, il bello regalano agli anni che mi restano tanta gratitudine. Forse è solo questa la scuola per prepararmi all’a-Dio.