Cosa resta…

Cosa resta di una vita quando sorella Morte le spalanca le porte dell’Eternità? Abbiamo chiesto a qualche sorella di raccontarci “ciò che resta” anche solo un ricordo di Anna Ester, Franca Vincenza ed Enrica, le ultime piccole sorelle a cui abbiamo detto “A-Dio”.

Parlare di ps Anna Ester non è facile. Il suo carattere silenzioso e riservato la lasciava nell’ombra. Tante e tante volte l’ho incrociata senza riuscire ad incontrarla davvero. Restava “nascosta”. Poi ci siamo trovate a Termoli, nella stessa fraternità. La vita ci sfidava e io mi innervosivo: non riuscivo a stabilire una relazione con lei e la prima reazione è stata quella di “lasciar perdere”. Poi però, pian piano il mio sguardo si è fatto più attento e ho scoperto, così come succede per le pietre preziose, tutta l’attenzione e l’ascolto che aveva verso i più piccoli. La conferma è arrivata qualche anno dopo quando Anna era già a Torino in casa di riposo. Una donna che spesso incrociavo per strada mi ha fermata chiedendomi sue notizie perché, diceva: “non la vedo più!”. E raccontandomi di Anna mi ha svelato il lato più segreto del suo volto, quello che sapeva ridare dignità a chi l’aveva perduta.

Ps Angela Gabriella

Ho ricevuto il suo ultimo messaggio il 6 agosto: mi augurava una buona festa della Trasfigurazione, ad accompagnarlo c’era l’icona della resurrezione. Era stata lei stessa a mostrarmela nel mio ultimo soggiorno romano. Custodisco quell’ultima mattinata trascorsa con lei come un regalo prezioso che mi ha lasciato tanta dolcezza. Un vero incontro fra amiche! Con Enrica potevo condividere anche le difficoltà del cammino e, alla fine, con un sorriso e la sua fine ironia esclamava: “Di tragico ci sono solo le tragedie greche”! Enrica, non so come dirti grazie accogliendo il mistero della tua repentina morte come un salto nel mondo divino che già abitavi in terra.

Ps Franca

Franca, ricordi il nostro primo scambio? Tornavo dalla Tunisia: il mio futuro era pieno di dubbi: e ho trovato in te un ascolto, fra noi è nata subito un’intesa. Non ci siamo mai scritte molto, ma credo che la nostra amicizia ci abbia sostenute, silenziosamente, nei vari periodi della nostra vita. Qualche anno dopo ci siamo ritrovate a Tre Fontane e sei divenuta un sostegno, uno stimolo costante ad andare oltre: oltre il mio sguardo ristretto, oltre la mia sensibilità ferita, oltre i miei giudizi. Poi… è arrivata la malattia, dolorosa sia per te che per chi ti era accanto. Mi sembrava che volesse distruggere lo sguardo positivo che sapevi avere sull’altro e sul mondo…  lo scorgevo nei tuoi occhi smarriti. Accettare di dipendere dall’altro non ti è stato semplice. Mi dispiace non essere stata sempre capace, in quel periodo, di riconoscerti… il tuo star male mi faceva star male. Ora mi sei altrimenti presente, la nostra amicizia continua perché, come tutte le cose vere, va al di là del tempo e dello spazio.

Ps Cecilia-Maria

Site by TreeHost | Tema: TdM-Made by TdM-Made.(Versione: 0.9.4)