Quando ho finito la scuola mi hanno regalato un libro – a tutti consegnavano un libro! -. Il mio era la biografia di Charles de Foucauld di René Bazin. Naturalmente, dato che mi era stato dato a scuola, l’ho letto solo qualche anno dopo. Ho trovato Charles un tipo straordinario, un po’ strano ma dalle idee geniali. Peccato che poi sia morto.
Dopo qualche tempo, con un’amica, siamo partite alla sua ricerca, alla ricerca di ciò che era rimasto di lui… Abbiamo camminato fino alla fraternità di Maipù. All’ingresso, come se fosse lì ad accoglierci, c’era la foto di quest’uomo, strano sì, ma dalle idee così buone, c’era lui, fr. Charles! Sono rimasta colpita dal luogo -“come a Nazaret”-, dallo stile semplice, dal desiderio delle sorelle di mettersi alla portata dell’altro… anche se -confesso- ci si distingue sempre per essere grandi e buoni…! Questo Nazaret ha poi significato per me venticinque anni di fabbrica.
C’è un antica icona orientale recentemente riadattata: Cristo e il suo amico (VII-VIII sec). Al posto dell’abate Menas, viene ritratto fr. Charles che indica Gesù… Non leggo molto gli scritti di fr. Charles, il suo stile mi innervosisce. Eppure oggi, quest’icona, paradigma di una vita, mi permette di accedere al dono che fr. Charles è per me e che mi lascia, quasi fosse un’eredità: lui, follemente appassionato di Gesù me lo indica, mi indica la sua Via, il suo Vangelo.
Ps Maria Patricia
