Chiese… sorelle tutte

All’inizio della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ci piace associare l’unità delle CHIESE SORELLE (così come le ha definite Papa Paolo VI) all’unità di tutti gli esseri umani, uniti dall’appartenenza ad un unico Padre… che ci rende FRATELLI TUTTI (Papa Francesco).
“In me è sempre vivo questo dialogo tra luoghi e culture fra loro distanti, tra un capo del mondo e l’altro, oggi sempre più vicini, interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità.”
(Papa Francesco)

La ricerca dell’Unità è al cuore della nostra vocazione e si esprime in un legame d’amicizia vissuto nelle semplici occasioni della vita quotidiana. Nel maggio del 1973 approdai in Grecia dove la Fraternità era presente dal 1955, inserita nella Chiesa cattolica orientale. Questa appartenenza mi ha aiutato a scoprire ed amare, nei quartieri delle fraternità e nell’ambiente lavorativo, i tesori della tradizione spirituale e liturgica del popolo greco. Ho condiviso momenti di gioia e speranza per i piccoli passi di progresso nel dialogo ecumenico, ma anche la sofferenza di questa comunità ecclesiale la cui esistenza, nonostante rappresenti la minoranza della minoranza cattolica, poteva essere considerata “ostacolo” e addirittura divenire lei stessa “ostaggio” nei momenti di tensione fra le due Chiese sorelle, influenzate dalla scena politica del momento.

La testimonianza delle famiglie “miste”, la vicinanza premurosa dei Pastori a tutte le persone, erano per me segni e gesti concreti di un impegno di conversione che partiva dalla realtà locale segnata da diffidenze, pregiudizi e memorie ferite.

Dobbiamo imparare a vivere insieme come fratelli o periremo insieme come stolti.”(M. L. King)
La nostra piccola fraternità era già luogo per imparare a vivere da sorelle con le nostre diversità riconciliate e l’accoglienza incondizionata a tutti. Piccola sorella Magdeleine ci chiedeva di approfondire il Mistero di Betlemme dove Dio ha voluto passare per lo stato di totale dipendenza di un bimbo.

Ci ha proposto questa strada dell’assoluta debolezza come unica strada di comunicazione e amicizia. Volevamo quindi avvicinare i nostri fratelli e sorelle ortodossi per offrire loro la nostra amicizia, nel rispetto di come siamo e di ciò che crediamo.

Mi succedeva di entrare nelle loro chiese e, occupando un posto discreto, mi univo alla loro preghiera. Tutti, fratelli e sorelle in umanità mormoravamo l’incessante invocazione allo Spirito Santo, tutti accolti dai medesimi sguardi: quello benevolo e penetrante del Cristo benedicente,  quello meditativo e tenero della Madre di Dio, quello incoraggiante dei santi. In quella comune preghiera ero sempre accompagnata da due sentimenti: la profonda gioia per la comunione e la tristezza per non poter ancora comunicare insieme all’Eucarestia, la vera sorgente di Unità.

Da alcuni anni la Fraternità non è più presente in Grecia, ma l’Amicizia tessuta giorno per giorno per più di trent’anni anni ha lasciato in me un ricordo indelebile pieno di gratitudine per i doni ricevuti.

Il Signore dell’Impossibile guidi tutti i credenti insieme alla casa del Padre, dove c’è posto per tutti.
“Ecco com’è bello, com’è dolce vivere insieme”

Ps Enrica

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