Stamane abbiamo avuto la grazia di partecipare all’Eucarestia con i vescovi riuniti a Bari per il convegno CEI “Mediterraneo frontiera di pace”.
La Cripta della basilica di san Nicola ci ha accolti e raccolti. La celebrazione sobria, solenne più per contenuto che per forma.
Ridottissima la partecipazione dei non addetti. Oltre ai vescovi partecipanti e ad un buon coro, pochi sacerdoti diocesani, pochissimi fedeli, qualche giornalista accreditato e appena una decina di religiose.
Al termine della breve omelia il card. Bassetti auspica che l’incontro appena iniziato si fondi sulla carità: “non affonderemo solo se la carità farà da nave” alludendo ad un’Omelia di Sant’Agostino.
Ci è capitato di guardare questi uomini mentre erano in fila per la comunione. Guardavamo le loro spalle, i loro volti assorti cercando di indovinarne le provenienze: gli occhi grandi agli Egiziani, la pelle olivastra ai Mediorientali…
E le croci appese al collo: forme semplici ed essenziali di gran lunga lontane dalle fastosità di certi ambienti e di un’epoca -forse- passata. Non c’erano prìncipi: le loro schiene incurvate nascondevano, con sorpresa, volti piuttosto giovani. Abbiamo intuito di trovarci accanto a pastori che si spendono, non senza fatica, per il bene della loro gente e la gioia del loro Signore. Sembra quasi che il sogno di una chiesa agile, semplice, cominci a farsi storia.
Sentiamo che da questo incontro non si pretendono soluzioni. Siamo circondati da uomini in ascolto, desiderosi di dialogare, capaci di inginocchiarsi di fronte al dolore. Fra loro c’è chi porta i segni di una sofferenza che ha scavato la storia della propria Chiesa, del proprio popolo. Sembrano non soffermarsi sulle notizie, ma piuttosto assetati di vivere un’esperienza di un io che si racconta nella sua fragilità. Spogliati della tentazione del potere, sembrano lottare per poter perseverare nell’annuncio del Regno. Il potersi affidare l’uno all’altro è viatico, necessario dono di grazia.
Le piccole sorelle di Gesù a Bari
