Ramadan karim!

“Fra loro e me l’amore era così grande che non potrei ritrovarne di simile” -così scriveva ps Magdeleine dei suoi amici nomadi nel Sahara algerino- “vorrei che credeste che ci può essere una vera amicizia, un affetto profondo fra persone che non sono né della stessa religione, né della stessa razza, né dello stesso ambiente sociale”. Le piccole sorelle di Milano assieme ai loro amici ci offrono un’istantanea della loro amicizia che, nella sua semplicità, può interrogare pregiudizi diffusi.

Tra qualche giorno si concluderà il Ramadan…” I nostri vicini musulmani del quartiere stanno vivendo questo mese così speciale di preghiera, digiuno, solidarietà, restando a casa: niente preghiere nelle “moschee”, né visite a parenti e amici la sera per l’Iftar (la rottura del digiuno).  Gli altri anni, infatti, eravamo abituate a ritrovarci spesso la sera, nell’una o nell’altra famiglia, per un momento di convivialità: per loro (e anche per noi!) è una gioia condividere con qualcuno la conclusione della giornata e cenare insieme o bere il thè con qualche dolce fatto in casa.

Abbiamo cercato di far sentire la nostra vicinanza e amicizia in altri modi, tutti da inventare, come ad esempio suonando ai citofoni per dire “Ramadan karim! Mabruk Ramadan!”, “Buon mese di Ramadan, Auguri per questo Ramadan!”.

Con la vicina della nostra scala è stato un po’ più facile, perché quasi ogni sera è scesa a portarci qualche piatto caldo appena preparato: lei fa un po’ parte della famiglia…

il Covid-19 non poteva tenerci troppo distanti… Quando le abbiamo detto della giornata di preghierapromossa per il 14 maggio dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana e dell’idea di fare qualche telefonata ad amici di diverse fedi, ha detto subito: “Allora giovedì vengo e chiamiamo insieme!” Abbiamo così parlato con diversi amici musulmani e cristiani per offrire, a due voci, un semplice segno di vicinanza. Una delle persone sentite in questa occasione ci ha invitato a un collegamento online a livello cittadino, per vivere insieme il momento dell’Iftar. Così, la sera stessa, con una settantina di persone di fedi e provenienze diverse ci siamo incontrati su zoom: dopo il richiamo alla preghiera del tramonto, ci siamo scambiati dei brevi saluti e alcuni spunti di riflessione, per lasciarci a continuare la cena ciascuno a casa propria, portando nel cuore il calore di un momento di condivisione interculturale e interreligioso.

Ps Rita Irene

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