Ti ricordi?

Ti ricordi? Quel giorno nel giardino ero sola: non c’erano amici per giocare. Improvviso stupore per una Presenza dolcissima che abitava tutta la solitudine. Non so cosa sia successo: so solo che Tu hai lasciato la tua impronta nel mio cuore, certezza che Tu c’eri e non mi avresti più lasciata.

Ti ricordi? Erano passati un po’ di anni. Il tuo Volto impresso dentro di me si chiamava “Pazienza”. Nessuna pressione da parte tua, nessuna violenza, solo un’attesa delicata, amante. “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.” Ap. 3,20 E quella Parola del Vangelo che sempre più mi interrogava e dava consistenza a quello che si muoveva nel più profondo: “seguimi”.

Ti ricordi? Papà, uomo pieno di vita, pian piano bloccato dalla malattia su una poltrona, là vicino alla finestra… Lo guardavo: lunghe ore in silenzio a guardare la vita che scorreva davanti ai suoi occhi, sguardo buono, pacificato, accogliente… Le domande si facevano strada dentro di me: come è possibile? Come può non ribellarsi? Come fa a vivere nella pace la sua situazione? Che senso ha allora la vita quando non puoi più fare, quando sembri non essere più utile agli altri? Il cuore era in ebollizione e poi pian piano mi sono accorta che papà dava “corpo” alla Tua prima visita nella mia vita: Tu eri là, accanto a lui, in lui, Presenza amante. Il senso della sua vita eri Tu! Il senso della mia vita eri Tu!

É così che ho cominciato a intuire il desiderio di una vita contemplativa: una vita che dice SI alla Tua Presenza, una vita che vuole semplicemente dire che Tu ci sei, sempre, in ogni situazione, Amante pieno di dolcezza.

Ti ricordi? La scelta di Medicina, credo nel desiderio di essere presente accanto a chi soffre. Le prime esperienze in corsia… la ricerca del Tuo Volto nei volti provati dalla malattia… E poi di nuovo una luce: Tu Dio fatto carne, Tu che hai voluto essere in tutto simile a noi, Tu che hai rifiutato ogni forma di potere, Tu il Nazareno… Di nuovo turbinio di domande. Come mi chiamavi a seguirti? Come medico, accettando quella parte di potere che questo servizio porta con sé oppure entrando nella vita semplice di tanta gente che poco conta?

E mentre tutto questo mi si muoveva dentro, ecco quei testi di fratel Charles che il prete della parrocchia aveva letto a un incontro per giovani. Ne resto colpita. Un uomo appassionato di Dio, innamorato di Gesù! Non ricordo più come Tu hai fatto arrivare nelle mie mani “Come loro” e lì tu hai fatto luce. Era come se il p. Voillaume esprimesse con le sue parole quello che portavo nel cuore.

Sono passati quasi 40 anni da quei giorni!

E ora? Quello che Tu ora sei per me è Misericordia. É la tua misericordia che mi fa vivere. É questo il tuo Nome, la mia speranza, la mia gioia, la mia pace, la mia provocazione. Chiamata oggi a lasciarmi abitare sempre più dalla tua misericordia… a diventare misericordia.

Le vicende della vita fanno attraversare le colline della gioia e le valli della desolazione, fanno gustare la consolazione dell’amore e il dolore del peccato. Tu, Fratello amatissimo sei stato sempre con me, Tu Dio paziente non mi hai abbandonato, Tu Dio misericordioso mi hai sempre ridato vita!

Ps Anna Chiara

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