Moriva 105 anni fa…

Come ogni anno ci siamo riuniti per celebrare l’anniversario della morte di Fr. Carlo. Quest’anno celebriamo il 105° anniversario. Eppure Fr. Carlo rimane sempre un uomo attualissimo nella vita della Chiesa. In effetti ha saputo anticipare, pur nel profondo del Sahara, tanti aspetti della vita cristiana che sarebbero poi stati ripresi e codificati dal Concilio Vaticano II.

Sono più che mai convinto che se c’è un santo “della porta accanto”, che è stato veramente un riflesso della presenza di Dio tra di noi, e lo sarà ancor di più in futuro, questi è senz’altro San Carlo de Foucauld! Basti pensare alla “Fratelli Tutti” o a “Evangelii Gaudium”: nella prima citato da Papa Francesco come ispiratore, insieme a S. Francesco d’Assisi; nella seconda si trovano moltissime ispirazioni colte, anche se non sempre esplicitate, da Papa Francesco.

Mi sono chiesto: “Qual è l’attualità di Fr. Carlo per noi oggi, per la nostra Chiesa di oggi?”

Sottolineo alcuni spunti, non con la pretesa di essere esaustivo, ma semplicemente aiutarci a vivere meglio la nostra sequela di Gesù. Questa rimane il nostro più grande impegno: ce lo ha ricordato lo stesso Carlo de Foucauld: “Guardiamo i santi, ma non attardiamoci nella loro contemplazione, contempliamo con loro colui la cui contemplazione ha riempito la loro vita. Approfittiamo dei loro esempi, ma senza fermarci a lungo, né prendere per modello completo questo o quel santo, prendendo di ciascuno ciò che sembra più conforme alle parole e agli esempi di nostro Signore Gesù, nostro solo e vero modello, servendoci così delle loro lezioni, non per imitare loro, ma per meglio imitare Gesù”.

1. Il primo spunto: Fr. Carlo è attuale perché ci ha fatto e ci fa riscoprire la centralità di Gesù Cristo nella nostra vita cristiana. Lui è il centro, il cuore della nostra vita. Per lui abbiamo lasciato tutto e gli abbiamo consacrato la nostra vita e ci siamo messi sulle strade del mondo. Come Fr. Carlo siamo stati sedotti e affascinati dalla vita di Gesù a Nazaret. “Ho perduto il mio cuore per questo Gesù di Nazaret crocifisso 1900 anni fa e passo la mia vita a cercare di imitarlo per quanto possa la mia debolezza”. E dal momento della conversione in poi ha lasciato che lo Spirito plasmasse il suo cuore perché progressivamente riflettesse il volto del suo beneamato fratello e Signore.

2. Fr. Carlo è attuale perché ci insegna a non fermarci, a non sederci. La sequela e l’imitazione di Gesù è una storia d’amore quotidiana e continua. Un marito, una moglie, non ama la moglie o il marito solamente quando sono in casa, ma ovunque essi siano, portano nel cuore il loro amore. Così anche noi nei confronti di Gesù: non lo amiamo solo quando siamo qui in chiesa ma sempre, sempre lo portiamo nel nostro cuore, sempre coltiviamo il nostro amore per Lui, sempre cerchiamo di vivere alla sua presenza, sempre lo testimoniamo, non solamente con la parola ma piuttosto con la nostra vita, con il “Gridare il Vangelo (cioè l’amore di Dio) con tutta la vita”. Il Vangelo di questa memoria ce l’ha ricordato: “Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore, come io rimango nell’amore del Padre mio. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.

3. Inoltre Fr. Carlo è attuale perché ci ha insegnato e ci insegna la fraternità. Un insegnamento attualissimo ai nostri giorni se pensiamo ai muri che si alzano, ai naufragi che coinvolgono ovunque centinaia di persone, alla discriminazione etnica o religiosa. Ce lo ricorda continuamente Papa Francesco. Da parte sua Fr. Carlo ha vissuto con il desiderio di un fratello universale, con tutti, “senza eccezione o distinzione”, perché siamo tutti figli di Dio. Una fraternità che ci invita a scoprire che la nostra vita di famiglia, di lavoro, di amicizia, di solidarietà condivisa è un luogo privilegiato per incontrare Gesù “nostro amato fratello e Signore”, sono abitate da Lui, dalla sua presenza. Siamo invitati ad andare sempre oltre tutto ciò che è piccolo e ristretto, ad avere il coraggio di avventurarci oltre e scoprire fratelli e sorelle in tutto il mondo. Una fraternità aperta a tutte le genti, i popoli, senza limiti o confini storici, politici o geografici. In modo particolare una fraternità dove il posto d’onore è riservato ai poveri perché Gesù si è identificato con loro. Ecco allora l’invito, sempre attuale, di Fr. Carlo: “Questo è possibile solo se si è capaci di “vedere in ogni essere umano un fratello. ‘Voi siete tutti fratelli, voi avete un solo Padre che sta nei cieli’ (cfr. Mt 23, 8-9). Vedere in ogni essere umano un figlio di Dio, un’anima riscattata dal sangue di Gesù, un’anima amata da Gesù, un’anima che dobbiamo amare come noi stessi e per la cui salvezza dobbiamo lavorare”. E qui, mi sembra che acquisti tutta la sua pienezza l’essere “fratello universale”, tanto caro a Fr. Carlo.

4. Fr. Carlo è attuale perché ci ha aiutato a capire che questa fraternità ha bisogno di essere nutrita ogni giorno e i mezzi che ci indica non sono devozioni ma i pilastri della vita cristiana: l’eucaristia e il Vangelo.

1. “Non c’è, credo, parola del Vangelo che abbia fatto su di me una più profonda impressione e trasformato di più la mia vita che questa: “tutto quello che avete fatto a uno di questi piccoli, è a me che l’avete fatto”. Se si pensa che queste parole sono quelle della Verità increata, quelle della bocca che ha detto: “questo è il mio corpo… questo è il mio sangue” con quale forza si è portati a cercare e ad amare Gesù in questi piccoli, in questi poveri”.

2. “Leggere e rileggere incessantemente il santo Vangelo per avere sempre dinanzi alla mente gli atti, le parole, i pensieri di Gesù, al fine di pensare, parlare, agire come Gesù, di seguire gli esempi e gli insegnamenti di Gesù e non gli esempi e i modi di fare del mondo, nel quale ricadiamo così alla svelta appena stacchiamo gli occhi dal Divino Modello”.

5. E infine, Fr. Carlo è attuale perché ci ricorda che la meta finale della nostra vita è la santità. Di solito parlando della santità di Fr. Carlo indico la contemplazione e poi la bontà e la fraternità, quali strumenti da lui utilizzati per giungere alla santità. Oggi voglio sottolineare maggiormente il desiderio di santità che egli ha coltivato nel suo cuore e l’aver interpretato tutta la sua vita nella luce di questo desiderio: “In ogni istante della nostra vita, facciamo in modo di avere nell’anima il duplice sentimento di san Paolo: un desiderio dolce e delicato di vedere il nostro corpo dissolversi per «essere con Cristo», cosa in cui consiste il nostro bene, e un desiderio più ardente ancora di glorificarlo il più possibile, cosa in cui consiste il suo stesso bene, accettando la vita con gratitudine per tutto il tempo che a lui piacerà. –  La malattia, il pericolo, la visione della morte, è il grido «ecco lo sposo che viene, andategli incontro!». È la speranza di essere ben presto uniti per sempre, senza mai più poterlo né offendere, né dispiacergli, né smettere di amarlo e di adorarlo, né essere privi della sua vista e del suo amore, in una conoscenza e in un amore che l’occhio mai ha visto, né l’orecchio mai inteso, né l’intelligenza mai compreso, di colui che noi amiamo in modo unico, di colui che è tutta la nostra vita, tutto il nostro desiderio, tutto il nostro bene, tutto il nostro amore, il nostro diletto Signore Gesù…”.

Molti, durante la sua vita, ma soprattutto dopo la sua morte, hanno riconosciuto e parlato della sua santità, ma mi piace terminare con la testimonianza di Fr. Michel, colui che ha tentato di vivere con lui, ma dopo tre mesi ha dovuto ritirarsi: “Sono stato il suo primo e ultimo discepolo. Chiedo a Dio la grazia di essere, nella misura delle mie forze, il suo imitatore. Possa io essere un Michele di Gesù come lui è stato un Carlo di Gesù; possa come lui cercare Gesù, trovare Gesù, portare in me Gesù, far conoscere ed amare Gesù alle anime, agire in tutto con Gesù, vivere di Gesù e morire con Gesù”. Così sia anche per noi!

P. Andrea Mandonico, sma
Vicepostulatore

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