Qualcosa in comune

Se mi soffermo e penso… cosa c’è in comune fra me e Charles de Foucauld, fra la mia vita e la sua? Chi era quest’uomo che presto diventerà santo?

Un figlio di nobile famiglia che la vita rende presto orfano.
Un adolescente scettico, che si allontana dalla fede della sua infanzia.
Un soldato annoiato alla ricerca del piacere.
Un esploratore coraggioso e spericolato che conosce la gloria.
Un convertito appassionato.
Un asceta rigoroso pronto a donare la vita.
Un carattere impulsivo, estremamente volubile.
Un eremita missionario nel Sahara…
Un solitario indipendente che sogna una comunità ideale.
Un francese figlio del suo tempo.

Cosa abbiamo in comune Charles ed io?
Poco o niente… forse solo l’amore per i libri, il gusto della lettura. Da bambina avevo un sogno: leggere tutti i libri che esistono

Ed è stato proprio un libro a lasciare che ci incontrassimo in un altro modo.

Antoine Chatelard, un piccolo fratello di Gesù, mi ha aiutata a conoscerlo meglio, a superare stereotipi, luoghi comuni… e i miei stessi pregiudizi!
Ho scoperto…

Un uomo sempre in ricerca, in continuo movimento.
Un uomo impastato di contraddizioni, soggetto a tentazioni.
Un uomo che, pur condizionato dal pensiero della sua epoca, ha precorso i tempi.
Un uomo che ha plasmato un modo nuovo di intendere l’evangelizzazione.

E ora cosa posso dire io di quest’uomo che ha amato farsi chiamare fratello?

Charles: un uomo sedotto dal mistero di Nazaret.
Ha incontrato Gesù camminando per le strade della Galilea, è rimasto abbagliato da un Dio che si fa uno di noi. “L’incarnazione ha la sua sorgente nella bontà di Dio…”.

Da quel momento desidera profondamente imitarlo, anche se il “suo” Gesù di Nazareth sembra più simile a una proiezione personale in continua evoluzione che alla realtà storica, peraltro difficile da definire!

Charles: un amico di Dio. Il suo volto ne è segnato. Nel suo sguardo traspare la bontà di Dio. Nonostante la preghiera gli sia sempre più arida e faticosa, non smette di trascorrere ore e ore “con Gesù presente nel tabernacolo”. Questo mi incoraggia a “perseverare” in questa vita di fede e di amicizia con Gesù.

Charles: un amico degli uomini. A rivelarmelo, non sono le meditazioni quanto piuttosto la fitta corrispondenza che intrattiene con tanti. A Béni-Abbès si lascia “mangiare” dalla gente. Successivamente si trasferisce a Tamanrasset per vivere tra i Tuareg consacrando tempo e energie allo studio del tamashek, la loro lingua. Sale sull’altopiano dell’Assekrem per raggiungere i suoi amici nomadi persi nei loro pascoli e lì costruisce un piccolo eremo. Il deserto, per lui, non significa solitudine quanto ricerca di volti lontani e dimenticati. Nel grande supermercato in cui lavoro, c’è un’altra forma di deserto e anch’io vorrei, come fr Charles, costruirci delle relazioni.

Charles: un amico di Dio e dell’umanità.

“L’amore di Dio, l’amore degli uomini, è tutta la mia vita, sarà tutta la mia vita, lo spero”

Allora, il vero punto in comune fra me e fr Charles non è l’amore per i libri… ma la ricerca, l’appassionata ricerca del volto di Dio incontrato in Gesù di Nazaret e che non smette di rivelarsi nel volto di quanti incontro… fosse anche alla cassa del supermercato!

Ps Anny Miriam

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