Incontrare Dio e rimanere in Lui

Mi ricordo i diciott’anni, un prato verde e l’inquietudine del mio spirito errante, giovane e già stanco.

Mi ricordo il non sapere dove, né come, né da chi trovare pace alle mie ansie, senso alla mia vita, amore che scalda e illumina non per un giorno, ma per l’eternità.

E mi ricordo di aver aperto la Parola, e senza sapere cosa cercavo, ho trovato: “Guardate gli uccelli del cielo… Il Padre vostro celeste li nutre… Osservate i gigli del campo… E se Dio veste così l’erba del campo, non farà molto di più per voi…” Mt 6,25ss.

Non avevo nessun’idea, in quel momento, del peso di quelle parole, del perché mi penetrassero in quel modo, né, tanto meno, dove avrebbero potuto condurmi. Colui che “si prende cura” dell’umile filo d’erba, in quel momento mi aveva aperto gli occhi del cuore a un orizzonte diverso, e non mi avrebbe più lasciata.

Questo ricordo è così vivo e luminoso in me che il resto ne è solo la conseguenza. Anche la scelta della Fraternità, come qualsiasi altra via, è solo un mezzo per andare oltre, incontrare Dio e rimanere in Lui.

Il successivo invio in Palestina e Medio Oriente, i distacchi e le perdite, le scoperte e le ricchezze, i doni ricevuti, le persone incontrate e le amicizie intessute, le prove attraversate, la violenza di situazioni incontrate e le domande rimaste senza risposta… Le infedeltà personali, i tempi bui e i ripensamenti carichi di angoscia, i tempi della gioia intrisi di una Presenza che mai viene meno… Tutto ciò che ho potuto vivere attraverso e grazie alla Fraternità, tutto è riconducibile e conseguenza di quella Parola che, a diciott’anni, mi ha riempito il cuore e non mi ha più abbandonato.

Tuttavia, il mezzo che si sceglie non è secondario, e allora perché proprio la Fraternità? E’ avvenuto per un’alchimia fra aneliti profondi e attrazione per un certo stile… Una vita che lascia trasparire “l’Unico necessario”, e quell’ abito semplice in jeans… Così che le piccole sorelle mi hanno attirata… Non immaginavo la ricchezza che poteva nascondersi dietro a quella “vita semplice”… Apertura, passione e amicizia per Dio e per il mondo, l’incarnarsi di quell’Unico necessario in ogni persona e ogni relazione e questo amore per Gesù e per l’altro, al di sopra, al di là, al fondo di ogni regola… Per capirci bene, nulla di perfetto, anzi…! Ma l’anelito della Vita che attraversa e sostiene poi la vita intera come si presenta…

Dal cuore, sale un canto di gratitudine per la vita che Dio mi ha regalato fin qui, e per la Fraternità. Sento che nell’intimo di piccoli e grandi avvenimenti, ciò che ha contato e sempre conta è quel lieve tocco del Signore, la sua silenziosa voce che mi chiama a seguirlo, a tenergli compagnia, a godere della Sua Presenza, a soffrire della sua Assenza, a trasmettere come posso e con ciò che sono qualcosa di Lui, fosse anche solo un sorriso o una carezza.

Dal mio ingresso in Fraternità sono passati quarant’anni: una “traversata”. Non sento di aver raggiunto alcuna meta, sento però più fiducia e più gioia che all’inizio, sento il cuore più vivo, forse più giovane, sento come se dovessi ricominciare ogni giorno a scoprire e conoscere l’amore del Signore per me, il suo sguardo di compassione sul mondo e sull’umanità, sento la bellezza di tutto ciò che vive, me compresa, grazie a quell’Unico necessario…

ps Maria Chiara

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